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Buon Compleanno Casteltermini… i numeri ci condannano

Fatevi un giro per le strade di Casteltermini, provate a contare i “Si Vende” che campeggiano nei balconi; poi osservate le strade vuote e maltenute; la piazza, una volta simbolo della vitalità del paese, oggi malinconicamente deserta e triste. Volete  sapere dove sono finiti tutti? Tra poco lo spiegherò, o almeno proverò a spiegarlo… girando per Casteltermini mi vengono in mente le “Anime morte” di Gogol, mi viene in mente una sorta di girone infernale nel quale le macchine, strombazzanti e fastidiose, si moltiplicano e gli abitanti si sottraggono, mi vengono in testa i post da bar “Social” su quanto “quelli” ci stiano rubando lavoro e identità. Mi viene in testa un piano Kalergi[1] in salsa castelterminese, infarcito della solita presunzione, che da quando ci sono i social è diventata parossistica, che, abbinata all’ignoranza, fa la fortuna di certi politici in tutta Italia.

Chi ci sta invadendo? Ricordo la reazione isterica di qualche “fascistrollo” castelterminese all’apertura dei primi Sprar[2], eppure non c’è mai stato nessun problema serio con questi ragazzini venuti dal mare. Portavano lavoro a qualche famiglia, portavano qualche soldo per gli affitti, portavano qualche soldo di indotto. Ci mettevano a contatto con la Stella Polare della nostra democrazia, la Costituzione, che così recita:  Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Abbiamo paura di questi ragazzi arrivati dal Continente Nero su instabili barconi, ma non ci preoccupiamo dei ragazzi e delle ragazze di Casteltermini che con un regolarissimo biglietto Ryanair hanno lasciato vuota questa terra. Non c’è nessuna invasione fidatevi, semmai c’è un altro problema, si chiama desertificazione. L’entroterra siciliano si sta svuotando e Casteltermini è il paradigma di questo svuotamento. Non ci credete? Osserviamo i numeri.
Ho scelto di fare partire questa riflessione dal 1984 perché per me la data è molto evocativa, è l’anno nel quale è ambientato i capolavoro di George Orwel “1984” per l’appunto. Ma anche per fare comprendere come le cose andavano in maniera diversa prima degli anni ’90, in particolare prima del 1994.

Quelli che potete osservare in questa parte sono i dati del saldo naturale a Casteltermini. Il saldo naturale è la differenza tra il numero dei nati vivi e quello dei morti relativi ad un determinato periodo di tempo  su un determinato territorio, nel nostro caso Casteltermini, però voglio ribadire che Casteltermini può essere considerato paradigmatico di tutto l’entroterra siciliano. Dal 1984 al 1994 il saldo naturale è positivo ma in costante decremento. I nati superano i morti e se facessimo riferimento solo a questo dato possiamo dire che il numero degli abitanti di Casteltermini aumenta. Nel 1994, con la sola eccezione del 1997 (+18), il saldo naturale comincia ad essere costantemente negativo: i morti superano i nati di 488 unità.

Sulla base di questo dato la  popolazione è in costante calo, non c’è nessuna sostituzione né tanto meno nessuna invasione, c’è solo la desertificazione. Sempre meno abitanti calpestano il suolo castelteminese, la popolazione è sempre più vecchia e povera. Il lavoro manca perché mancano le persone e di conseguenza manca la domanda… con buona pace di Kalergi e dei suoi interessati adepti.
Veniamo al saldo migratorio, cioè alla differenza tra il numero di immigrati e quello di emigrati riferito ad una determinata città, zona o paese per un certo periodo di tempo, nel nostro caso ancora una volta Casteltermini.
Fino al 1988 il saldo è positivo. In poche parole venivano ad abitare a Casteltermini più persone di quante ne partivano. Nel 1989 comincia l’esodo anche se dal 2011 a 2015 c’è un dato in controtendenza. Ricordate il saldo naturale del 1994? Era l’anno del primo segno meno (-25). Vediamo di cercare una chiave di lettura. Nel 1994 nascono 17 bambini in meno dell’anno prima. Il saldo migratorio è di -155, si presuppone che chi emigra da Casteltermini è giovane e in età fertile. Il periodo dal 1994 a 1998 segna un saldo negativo di circa 600 persone, spesso giovani istruiti e in età fertile, a volte intere famiglie. Questo periodo con la Dott.ssa Imperatore e con l’operatore Renda dell’ufficio Anagrafe di Casteltermini, che ringrazio per la gentilezza, la competenza e la pazienza, lo abbiamo battezzato “periodo Carpi-Parma”. In quel periodo le mete più ambite sono le città emiliane. La leggenda racconta di bar pieni di Castelterminesi e di una banda musicale formata quasi esclusivamente da castelterminesi.
Tranne il periodo dal 2011 al 2015, che segna qualche migrazione di ritorno e qualche arrivo dall’Est europeo, la popolazione di Casteltermini è in continuo calo e vede i suoi migliori giovani andarsene, spesso seguiti dalle famiglie. A questi vanno aggiunti gli universitari che, con il trucchetto del numero chiuso, lasciano la Sicilia per andare ad arricchire le città del Nord. Il saldo migratorio è negativo -732. I giovani partono e nessuno li sostituisce, paese si svuota e basta. Le case vuote, prive della necessaria manutenzione, diventano fatiscenti e cadono, i loro nuovi padroni sono i topi.

Andiamo al saldo demografico che calcoleremo sommando la differenza tra i nati vivi e i morti al saldo tra il numero degli immigrati e quello degli emigrati. Con le premesse che ho espresso fin qui non ci sono dubbi sul fatto che sarà negativo.

A questo punto mancano all’appello 1210 Castelterminesi… ma, non ci crederete, il dato è troppo ottimistico. Chi si trasferisce nella maggior parte dei casi conserva la residenza nel paese di origine. Il dato del saggio migratorio andrebbe triplicato. All’appello mancano circa 3000 persone. Se i miei dati sono giusti Casteltermini si attesterebbe intorno ai 6000 abitanti. Siamo tornati allo stesso numero di abitanti del 1700, siamo circa 11.000 in meno di cento anni fa, momento di massima espansione demografica, quando eravamo  17.116. Chi ci sta invadendo? Il deserto!
Casteltermini si sta svuotando sempre di più dei suoi giovani, e questa tendenza non prospetta altro che una progressiva desertificazione del nostro Comune.
Il dato di Casteltermini si va ad incastonare perfettamente ai dati della Provincia (ex?), infatti dal 2012 al 2018 la provincia di Agrigento ha perso oltre ottomila residenti. Il dato, registrato da Istat, vede scendere la popolazione da 446.520 a 438.276 abitanti. L’unica eccezione? Agrigento città che è cresciuta dai 58.238 abitanti del 2012 ai 59.329 dello scorso anno.
Un piccolo “boom” demografico che però non è frutto delle nascite (il saldo naturale è di -232, il più alto tra quelli riscontrabili sul territorio) ma che nasce da una parziale migrazione di ritorno e, soprattutto, dalla crescita del numero di cittadini extracomunitari: nel 2012 gli stranieri in città erano 861 e quelli in provincia 9396. Oggi, secondo Istat, sono oltre 1718 nel capoluogo e 15.292 in tutto il territorio dell’Agrigentino. (Fonte agrigentonotizie.it)
Preoccupante è il fatto che tutto il Mezzogiorno d’Italia soffra gli stessi problemi. Si legge in un articolo di  Alice Oliveri su  The vision: “Le statistiche Eurostat del 2017 danno un’idea più palpabile di questa situazione: la Calabria ha un tasso di disoccupazione giovanile del 55,6%, la Campania del 54,7%, la Sicilia – in calo rispetto all’anno precedente – del 52,9%. Per capirci meglio, il Nord Est ha un tasso del 20,6%. E così si alimenta quel circolo vizioso per cui meno si lavora, più università si trovano costrette a ridimensionare i costi, più giovani scappano via.
I poli decentrati in Sicilia, ad esempio, se in un primo momento sembravano poter dare nuova vita a zone più esposte alla decrescita, adesso cominciano a chiudere per mancanza di fondi e costi troppi elevati, come il caso di Beni culturali e Archeologia ad Agrigento, distaccamento dell’Università di Palermo. Quale posto migliore per studiare questo genere di materia se non in uno dei siti archeologici più importanti d’Europa? E invece, niente da fare”.
Ritornando a Casteltermini: ci sono intere zone del paese che sembrano uscire da un bombardamento; attività commerciali storiche che hanno chiuso i battenti; sempre meno bambini nascono e frequentano le nostre scuole. Questo accade in tutto il Sud, mentre la popolazione mondiale è in continua crescita il nostro Meridione si desertifica, le migliori forze si spostano al nord o all’estero… e noi ci difendiamo nella nostra fortezza, come nel delirio catatonico del Deserto dei tartari aspettando l’invasione che non c’è…

Buon compleanno Casteltermini.

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