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Sefardita… più che una parola una torta, buonissima! (ricetta)

Come e dove ho incontrato questa parola? Leggendo Il censimento dei radical chic, di Giacomo Papi (Feltrinelli). Ad un certo punto della lettura mi sono imbattuto nella torta sefardita. La mia curiosità è stata attratta dal termine sefardita, in realtà ingannato dall’idea che si trattasse di un termine culinario, sul modello di farcita, tostata ecc., invece…

    Sefarditi: Ebrei residenti nella Penisola Iberica sino alla fine del 15° sec., gli esuli da quella regione (insediatisi in molti paesi del bacino mediterraneo e altrove) e i loro discendenti. Rappresentano uno dei due gruppi principali in cui è diviso l’ebraismo (l’altro è quello ashkenazita), distinto per tradizioni liturgiche e rituali, usi e lingua (è ancora parlato in molte comunità lo spagnolo originario, chiamato ladino). I gruppi più consistenti di S. vivono in Israele, Europa (soprattutto in Francia) e in America.

    Soddisfatta la mia curiosità filologica, sono stato attratto dall’altro termine: TORTA! e udite udite! un paio di note dopo Giacomo Papi riporta la ricetta. Non mi restava altro da fare che rivolgermi  al “boss delle torte” di casa Florio, Roberta!


Buonissima!

Da consumare mentre leggete l’esilarante, a tratti inquietante, Il censimento dei radical chic.

Un feroce, esilarante romanzo-pamphlet, che non risparmia niente e nessuno. Se non l’intelligenza di chi legge.

“Il primo lo ammazzarono perché aveva nominato Spinoza durante un talk show.”

In un’Italia ribaltata – eppure estremamente familiare -, le complicazioni del pensiero e della parola sono diventate segno di corruzione e malafede, un trucco delle élite per ingannare il popolo, il quale, in mancanza di qualcosa in cui sperare, si dà a scoppi di rabbia e applausi liberatori, insulti via web e bastonate, in un’ininterrotta caccia alle streghe: i clandestini per cominciare, poi i rom, quindi i raccomandati e gli omosessuali. Adesso tocca agli intellettuali. Il primo a cadere, linciato sul pianerottolo di casa, è il professor Prospero, colpevole di aver citato Spinoza in un talk show, peraltro subito rimbrottato dal conduttore: «Questo è uno show per famiglie, e chi di giorno si spacca la schiena ha il diritto di rilassarsi e di non sentirsi inferiore». Cogliendo l’occasione dell’omicidio dell’accademico, il ministro degli Interni istituisce il Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic per censire coloro che «si ostinano a credersi più intelligenti degli altri». La scusa è proteggerli, ma molti non ci cascano e, per non essere schedati, si affrettano a svuotare le librerie e far sparire dagli armadi i prediletti maglioni di cachemire…

La ricetta direttamente da Il censimento dei radical chic

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