Vai al contenuto

“Il Sargon”, di Francesco Riccardi. La recensione

Francesco Riccardi, Il Sargon, Patti (Messina), Casa Editrice Kimarik, 2024.

L’autore

Francesco Riccardi nasce a Subiaco (Roma) nel 2003. Superata brillantemente la scuola secondaria, sceglie di frequentare Medicina e chirurgia HT, continuando però a coltivare la sua passione per la scrittura, per il teatro e per la letteratura. Sin dall’età di sei anni dimostra grande attitudine per la musica, che lo porta successivamente a essere un apprezzato chitarrista, anche se non disdegna il canto e il pianoforte.

Il Sargon attinge con eleganza ed equilibrio dalla tragedia classica e dal poema epico, riecheggiando in alcune parti anche le canzoni eroiche del XVI/XVII secolo, in particolare l’endecasillabo sciolto di Gabriello Chiabrera (Achille e il centauro) e di Vincenzo da Filacaia (Sopra l’assedio di Vienna). Francesco Ricciardi, con questo suo scritto teatrale, ci porta nel mezzo di una battaglia, immergendoci in un sottile gioco psicologico che porta i personaggi a confrontarsi con gli altri e con se stessi, costringendoli a fare delle scelte difficili e dolorose, in un crescendo di pathos e di tensione. La rapida evoluzione dei personaggi stessi spiazza il lettore, costringendolo a parteggiare ora per questo ora per l’altro. Lo stile è elevato e solenne, le atmosfere cupe e misteriose, nelle quali la magia assume una connotazione di spiritualità misterica. Al lettore non rimane che empatizzare e, attraverso gli errori e le calamità vissute dai protagonisti, riflettere sull’origine delle sciagure umane. In tal modo, come sosteneva Aristotele, si realizza un processo di vera e propria purificazione dalle passioni, quella catarsi grazie alla quale il lettore si emoziona, raggiungendo il culmine del coinvolgimento quando lo stesso Sargon viene colpito da un evento luttuoso che lacererà le sue certezze, costringendolo a una profonda e sofferta riflessione. Sapiente è l’utilizzo dei Cori e delle “Coscienze”, ai quali spetta l’altissimo compito di riflettere sui temi universali, in particolare sulla concessione del perdono e sul pentimento, sul destino di Sargon e degli altri protagonisti.

Perché leggere Il Sargon di Francesco Riccardi? Come già sottolineato nella pregevole prefazione di Enzo Randazzo, l’Autore assume temi borghesi che traggono origine dalla quotidianità, Il Sargon pur con i suoi arcaismi, con i suoi temi e i suoi endecasillabi sciolti è attualissimo e ci aiuta a cogliere la profondità della vita e dell’uomo. “Un consapevole ed efficace uso di uso di creatività poetica che si lascia apprezzare e ci fa presagire un percorso di maturazione e di successi di questo brillante autore esordiente”.

I giovani non hanno bisogno di prediche, hanno bisogno di esempi. Francesco Riccardi, con i suoi vent’anni, è uno splendido esempio di raffinata scrittura e di profondità di pensiero.

 

L’effimero è incredibilmente umano,

l’eterno invece, non è che noiosa

smania di chi non accetti l’umana

essenza sua: che v’è di più bello

del momento, mia Erua? È l’istante vero

compiacimento della vita stessa?

(Il Sargon, Atto IV, Scena Terza).

seguici anche su:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial