Quando l’anno giunge in questo periodo, quello delle vacanze invernali, sono solito scrivere, non richiesto (citazione di Margot Burgio), un pezzo nel quale consiglio tre libri da leggere o regalare. Quest’anno, preso da mille cose, sono arrivato in ritardo, ma fidando in un antico adagio siciliano: La tardanza unn’è mancanza, seppure fuori tempo massimo, voglio lo stesso consigliarvi tre libri. Questa volta non focalizzo solo i libri, mettendoli al centro della mia scelta, in questa occasione ho scelto di tenere conto anche della visione periferica delle case editrici, tutte siciliane. Molte persone, specie i giovani comprano gli oggetti, in particolare i capi d’abbigliamento guardando, non solo alla qualità, ma anche, se non soprattutto alle marche; nel mondo della lettura di solito non è così, si guarda ai contenuti, almeno noi comuni mortali, non guardiamo alla “marca” del libro, eppure è importante, specie per le edizioni più pregiate.
Il primo libro che vi consiglio è “La chiamano maternità” edito da Navarra Editore (vedi box 1), autrici Maristella Panepinto e Laura Ruoppolo. Mi è piaciuto molto questo libro, mi è piaciuto l’equilibrio tra arguzia e pathos. Ancora una volta mi viene in mente Calvino, che associa la leggerezza alla precisione e alla determinazione e non alla vaghezza. Aprendolo mi sono immerso sempre più in una intensa corrispondenza tra le due autrici, avendo modo di conoscere e apprezzare “l’universo di due donne del XXI secolo”, che non si nascondono e che ci fanno accedere ai loro punti di forza e alle loro debolezze, stimolando la riflessione. Particolarmente veritiero e coinvolgente è “Quello che le mamme non dicono” con il suo decalogo della sincerità sulla grande e sconosciuta rivoluzione del diventare famiglia. Un evento sconvolgente che, per una mollica data al bambino, mette in discussione equilibri che si ritenevano raggiunti e consolidati; cambia il rapporto con gli amici, con il tempo e… soprattutto con il sonno! Per ragioni che non sto qui a spiegare, non voglio dare troppe anticipazioni, oggi si dice spoilerare (che termine brutto!), consiglio a tutti i papà di leggere “I papà e le regole che ogni tanto vanno infrante”, ripenseranno a quante volte hanno fatto vivere ai pargoli momenti imperfetti. Preziosa la prefazione di Simonetta Agnello Hornby.
“La chiamano maternità” è un libro che fa bene alle famiglie, o forse è più opportuno dire alla famiglia, cedendo ad uno stile più intimo e consacrato; un libro che ci aiuta a capire che in una famiglia l’amore conta più della perfezione.
Secondo libro e altra casa editrice siciliana, questa addirittura agrigentina, Medinova (vedi box 2); il libro che consiglio è “Lo Sfascismo” di Antonio Russello. La casa editrice di Favara ha sottoscritto con gli eredi un accordo editoriale, grazie al quale, ai libri già pubblicati e in ristampa, saranno affiancati da 7 preziosi inediti, la collana fornirà quindi un quadro completo della produzione di Antonio Russello. Occasione imperdibile per gli estimatori dell’autore favarese.
Russello da molti è ricordato per il caso editoriale del suo “La luna si mangia i morti”, preferito da Elio Vittorini al romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, quando Einaudi si trovò a valutare il “Gattopardo”. Il mio consiglio di acquistare l’intera produzione di Russello, come “assaggio” potete leggere appunto “Lo sfascismo”, a partire dalla illuminante prefazione di Salvatore Ferlita, un viaggio al ritroso che prende l’abbrivio dal delitto Moro ci accompagna fino alle Idi di marzo e all’’assassinio di Giulio Cesare. Pagine intense ironiche, sarcastiche, morali, vigorose che disegnano duemila anni di storia. In mezzo Andreotti, La Malfa, Berlinguer, Mussolini, Cavour che fa l’Italia del Nord, Garibaldi che fa l’Italia del Sud, mentre nessuno fa l’Italia! Si legge su Siciliaonpress: “lo sfascismo è, in definitiva, la capacità di tutta una serie di persone di annullare il progresso che si cerca di portare avanti ed avviene attraverso l’uso di determinate terminologie che vengono impiegate in tutti i periodi storici per ingannare il popolo”.
Il terzo libro vede all’opera Saverio Lamanna e Peppe Piccionello, i protagonisti dei gialli di Gaetano Savatteri, editi da Sellerio (box 3). Investigatori tanto involontari quanto simpatici e disincantati. In questa nuova avventura si recano in trasferta sulle Madonie, l’Everest per chi vive sul livello del mare, in soccorso di Suleima, sconfortata per la morte del suo ultimo datore di lavoro. Un incidente di montagna che però presto si rivela molto più che una tragica fatalità. Senza tradire la sua cifra ironica e sarcastica, Savatteri racconta il dramma quotidiano del rapporto con il futuro, dello scontro tra generazioni che ha sancito la rottura del patto tra padri e figli.
Muore Steve, un nome evocativo, un milionario americano deciso a investire in Sicilia. Non era soltanto un uomo d’affari, era un idealista che voleva contribuire a una scossa salutare contro l’immobilismo gattopardesco. Attorno a lui una squadra di giovani entusiasti, venuti da ogni parte. Tra di loro c’è Suleima, la splendida compagna di Saverio che, andato a consolarla, si trova a curiosare nelle attività dell’imprenditore appena deceduto… mi fermo qui, il resto è ironia, disincanto e amore per questa terra bellissima e maledetta.