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Sicofanti di ieri e di oggi…

Sicofante chiaramente non è una parola di uso comune, possiamo dire che è una di quelle parole che stanno ai margini del lessico comune, preziose come l’acqua che si spreca ai confini del deserto. A mio sommesso parere, in tempi di social, meriterebbe di essere riscoperta,  perché il web pullula di sicofanti!

si-co-fàn-te

Delatore, spia, calunniatore; nell’antica Grecia, l’accusatore di professione

sicofante s. m. [dal lat. sycophanta, gr. συκο-ϕάντης (comp. di σῦκον «fico» e tema di ϕαίνω «mostrare»), parola di formazione chiara ma di significato incerto; secondo un’antica interpretazione, sarebbe in origine colui che denunciava l’esportazione clandestina di fichi dall’Attica]. – 1. Nel diritto attico, e in quello di altre città a regime democratico dell’antica Grecia, persona che di propria iniziativa denunciava alle autorità le violazioni della legge. 2.  Delatore, calunniatore, spia.

Vigeva in Atene e nelle città greche a regime libero, un particolare sistema accusatorio per il quale non si poteva procedere contro il delinquente se non vi era un accusatore, questo meccanismo aveva favorito il sorgere di una classe di professionisti, ristretta, malvista, ma pericolosa. Bisogna però distinguere gli accusatori politici dai sicofanti volgari; i primi, se pure si servono della pubblica accusa come arma di partito, o come strumento della loro ambizione, esercitano un ufficio utile, in quanto difendono le leggi e l’ordine giuridico; il sicofante, invece, è un ricattatore: minaccia il processo per farsi tacitare estorcendo denari. È certo che i sicofanti furono la piaga e il disonore delle città greche, specie delle democrazie.

Al giorno d’oggi di potrebbero definire sicofanti quei siti internet che per fini politici o di guadagno, proprio come nella antica Grecia, riempiono il web di notizie false (Fake news) e con informazioni calunniose attaccano l’avversario politico. È un sicofante chi, vedendoti con tua sorella, andrà a riferire alla tua ragazza di averti visto in compagnia di una donna, dicendo una verità parziale, tacendo alcuni particolari, si può calunniare qualcuno, comportandosi da perfetto sicofante!

Cosa accomuna i sicofanti ateniesi con quelli del web? Sicuramente l’ingordigia: i primi non peroravano solo cause giuste, ma accusavano anche in maniera palesemente calunniosa, ben sapendo di fare dichiarazioni false e mendaci, per trarne un vantaggio economico, ricattando; i secondi sono di fatto uguali ai primi, diffondono notizie false per trarne vantaggio. Nel caso più banale e innocuo qualche like, in quello più odioso consenso elettorale e in quello più ignobile denaro.

Perché preferisco gli Ateniesi? Nella città greca era prevista una sanzione che puniva l’accusa temeraria, si chiamava opobelia (letteralmente “pagamento di un obolo per ogni dracma”). – È un istituto di diritto attico, che concorreva con altri istituti analoghi a porre un freno alle liti temerarie, favorendo l’economia dei processi. Esso consisteva in una somma corrispondente in ragione di un obolo per ogni dracma al valore della causa, che nelle cause private l’attore soccombente pagava allorché non avesse riportato il quinto dei voti dei giudici a suo favore. L’epobelia, data la sua natura, colpiva l’attore come adesso potrebbe colpire i proprietari dei siti canaglia… forse.

Fonti:

Treccani

Treccani – Vocabolario

Unaparolaalgiorno.it

Treccani

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