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Giovanni Agostino De Cosmi, perché…

Perché scrivere un racconto il cui protagonista è De Cosmi? Perché fa parte del nostro patrimonio culturale? Basterebbe solo questo, ma c’è tanto altro. È un uomo che ha lottato, che si impegnato e che ci ha donato un lascito importante. Esserne all’altezza è il nostro arduo compito.

          L’occasione che mi si è presentata è stata ghiotta, selezionato da Roberto Mistretta, sono stato chiamato a scrivere un racconto per una raccolta: “Accùra – racconti al profumo di Sicilia”, edita per la collana Giungla Gialla di Ugo Mursia Editore. Volevo scrivere di De Cosmi e quindi mi sono sforzato di dare un ritratto inedito del grande castelterminese. Ho fatto i conti con l’obbligatorio bilancio tra realtà storica e fiction, ho riportato alcuni fatti storici e alcuni eventi biografici, ho fatto coscientemente qualche forzatura: ho spostato la casa natale di qualche metro e per dare avvio alla narrazione ho inserito un episodio, il delitto, che è avvenuto in  un altro paese. Ho provato a immaginare un De Cosmi giovane sacerdote, costretto a districarsi tra i suoi doveri sacerdotali e le tentazioni del secolo. Come sfondo degli avvenimenti ho utilizzato la chiesa di San Giuseppe, il gioiello architettonico più volte messo in evidenza dall’inarrivabile Michele Guardì. Ho selezionato e miscelato tutti gli elementi che mi servivano per realizzare un racconto giallo che facesse però emergere un breve spaccato della Casteltermini del ‘700, mi sono impegnato nella “misura breve” del racconto, che in realtà non è la mia preferita, ho messo in mezzo la confraternita di Sant’Orsola, la cosiddetta Compagnia della morte, un saggio speziale e una conturbante suora. Tutto questo nella speranza di stimolare la curiosità sul grande pedagogista e filosofo castelterminese.

          Sono convinto, e lo dico da tanto tempo, che Casteltermini stia sempre più perdendo il senso di comunità. Che fare? Proviamo a riappropriarci del nostro patrimonio culturale, magari inserendolo in un immaginario nuovo, figlio dell’evoluzione e della rivoluzione digitale. De Cosmi, Di Giovanni, Samaritano, la miniera potrebbero servire a restituirci frammenti della nostra identità, messa sempre più a rischio da un asettico sapere standardizzato. Per ritornare a Essere bisogna ricordare chi eravamo. Cominciamo dalle piccole cose, un breve racconto non può avere pretese esaustive, anzi il mio racconto non ha nessuna pretesa se non quella di poter fare da input a chi saprà fare sicuramente meglio di me. La realtà digitale potrebbe darci una grande mano, potrebbe rendere fruibile e accattivante la figura di un personaggio straordinario.

          Basta leggere il Dizionario Biografico dell’Enciclopedia Treccani per trovare De Cosmi “a lato del Genovesi e del Filangieri”. Proviamoci. (Link qui)

          Vi aspettiamo il 17 agosto, alle 19:30, cortile chiesa di San Giuseppe.

Con me ci saranno Franco Giordano (Don), Rossella De Marco, Emanuela Signorino e Cinzia Florio.

Parleremo di De Cosmi e presenteremo il mio racconto. Intrigo, mistero e memoria.

Un’ultima cosa, tutti i racconti di “Accùra – racconti al profumo di Sicilia” sono dei veri gioiellini che vi faranno viaggiare attraverso una Sicilia affascinante e misteriosa quindi… Accùra!

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