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La Madonna delle Grazie

Il titolo Madonna delle Grazie, riferito a Maria (madre di Gesù), va inteso sotto due aspetti:

Santissima è Colei che porta la Grazia per eccellenza, cioè suo figlio Gesù, quindi Lei è la “Madre della Divina Grazia”.

Maria è la Regina di tutte le Grazie, è Colei che, intercedendo per noi presso Dio (“Avvocata nostra”), fa sì che Egli ci conceda qualsiasi grazia: nella teologia cattolica si ritiene che nulla Dio neghi alla Santissima Vergine.

Specialmente il secondo aspetto è quello che ha fatto breccia nella devozione popolare: Maria appare come una madre amorosa che ottiene tutto ciò che gli uomini necessitano per l’eterna salvezza. Tale titolo nasce dall’episodio biblico noto come “Nozze di Cana”: è Maria che spinge Gesù a compiere il miracolo, e sprona i servi dicendo loro: “fate quello che Lui vi dirà”.

Lungo i secoli, moltissimi santi e poeti hanno richiamato la potente opera di intercessione che Maria opera tra l’uomo e Dio. Basti pensare a:

San Bernardo, che nel suo Memorare dice “non s’è mai udito che qualcuno sia ricorso a Te e sia stato abbandonato”.

Dante nel XXXIII Canto del Paradiso: mette in bocca a San Bernardo una preghiera alla Vergine poi divenuta famosa:

« Donna, se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre,

sua disïanza vuol volar sanz’ali.

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fïate

liberamente al dimandar precorre. »

La Chiesa cattolica non ha nel proprio anno liturgico una festa specifica per la Madonna delle Grazie: questo titolo è associato a diverse feste mariane in base alle consuetudini locali e alla storia dei singoli santuari.

Molti luoghi associano questo titolo alla festa della Visitazione di Maria ad Elisabetta, il 31 maggio. Anticamente la festa si svolgeva il lunedì in Albis, poi fu spostata al 2 luglio, e ancora oggi in quest’ultima data la si continua a festeggiare nella maggior parte delle località nelle quali è venerata la Madonna delle Grazie. Altrove la festività ricorre il 26 agosto oppure, con data mobile, la terza domenica dopo Pentecoste.

In alcuni luoghi il titolo di Madonna delle Grazie è associato alla festa della Natività di Maria, l’8 settembre; A Casteltermini si festeggia la prima domenica di settembre, una data molto vicina al canonico 8 settembre.

L’onomastico si festeggia il 2 luglio o l’8 settembre, e lo festeggiano le persone che portano il nome di: Grazia, Graziella, Maria Grazia, Grazia Maria, Graziana e Graziano (ma esiste anche San Graziano di Tours, 18 dicembre), e Orazio.

Perché la melagrana

La pianta di melograno viene citata più volte nella Bibbia.

La cita nel libro dell’Esodo quando scrive che immagini raffiguranti questo frutto  dovevano essere applicate sugli abiti rituali dei sacerdoti.

Descrive le melagrane che  adornavano i capitelli delle colonne che si trovavano  nel tempio del re Salomone in Gerusalemme.

Inoltre la melagrana è uno dei 7 frutti elencati nella Bibbia come speciali prodotti della “Terra Promessa” infatti dice:

“…il Signore ti porterà in un’ottima terra… terra da grano, da orzo e da viti dove prosperano i fichi, i melograni e gli ulivi”

Nella simbologia ebraica questo frutto è simbolo di onestà e di correttezza perché secondo la tradizione ebraica la melagrana contiene al suo interno 613 semi che rappresentano le 613 prescrizioni scritte nella Torah osservando le quali si ha la certezza di tenere un comportamento saggio ed equo.

Nel cristianesimo  la melagrana, a causa del colore rosso vermiglio dei suoi semi e soprattutto del suo succo, è simbolo del sangue versato da Cristo e dai Martiri quindi del martirio.

La melagrana si trova in molti dipinti a tema religioso e spesso i pittori del XV e del XVI secolo raffiguravano il Bambino Gesù con in mano una melagrana che raffigura la passione che il Cristo dovrà subire.

Simboleggia però un martirio fecondo perché si riferisce alla nuova vita donataci dal Redentore.

Nel Medioevo e nel Rinascimento il simbolismo della melagrana si riconduceva a quello della Chiesa che unisce in una sola fede numerosi popoli mentre i  suoi  tanti  chicchi indicavano i misteri della sapienza divina.

Anche nel mondo orientale il frutto della pianta di melograno rappresentava abbondanza, fertilità e fecondità.

La melagrana è inoltre collegata al mito di Cibele.

La Fiera

Già nel Medioevo le fiere si svolgevano nel corso di feste locali e re e principi concedevano l’esenzione da dazi e gabelle rendendo così più convenienti i prezzi delle merci vendute. Questo privilegio creava l’afflusso di compratori, anche dai paesi vicini, attratti dalla possibilità di risparmiare. Tra le fiere più antiche d’Italia si annoverano la Fiera Internazionale di Messina, istituita da Federico II di Svevia nel 1296.

La Fiera che si svolge a Casteltermini in occasione della Madonna Delle Grazie è un tipica “fiera d’autunno”, non c’è più l’esenzione da gabelle e dazi e raramente si vedono i contadini che comprano botti e utensili per la vendemmia alle porte e per l’inverno a venire. La fiera della Madonna della Grazie ha cambiato pelle, è diventata altro, fortunatamente in un angolo c’è sempre chi vende falci, zappe, botti e scale… il resto è “mercato”, ma non rammarichiamoci la Fiera ha solo seguito i nostri desiderata e le feste sono fenomeni antropologici in evoluzione…

La Chiesa Madonna delle Grazie  (1860)

(Tratto da Uomini e fatti di Casteltermini opera del Cav. Francesco Lo Bue – 1985)

La Chiesa Madonna delle Grazie, è la più piccola ma certamente una delle più belle e originali Chiese di Casteltermini, per la sua semplicità ma soprattutto per la ricchezza delle statue di Quarantino che essa custodisce.

Venne costruita nell’anno 1680 a totali spese dell’agiato Sacerdote Don Luigi Bellavia, il quale abitava nelle immediate vicinanze della chiesa «dove possedeva un casamento con una vasta estensione di terreno adiacente».

Ultimata la costruzione della chiesa, il Sac. Bellavia vi istituì «il beneficiale», che consiste nell’assegnazione di beni alla chiesa, i cui frutti vanno in godimento al sacerdote che vi esercita il suo ministero. In sostanza, il sacerdote incaricato della tenuta della chiesa, godeva giornalmente del corrispettivo della celebrazione di una messa, oltre alla rendita proveniente dal frutto di un appezzamento di terreno adiacente alla Chiesa che era di proprietà del Sac. Bellavia.

Nulla sappiamo sui sacerdoti che certamente si avvicendarono nella cura di questa chiesa, per i primi 120 anni. Conosciamo però il nome dell’ultimo Curato, il Sac. Don Paolino Catalano, un ex Cappuccino castelterminese, ancora al servizio della chiesa, nel 1822, quando i lontani eredi del Sac. Bellavia, vendettero i canoni del beneficio. Questo fatto venne considerato molto grave e compromettente per il mantenimento e la vita della chiesa; giacché nessun sacerdote avrebbe assunto l’impegno di curare, come per il passato, il funzionamento della stessa. Ma i numerosi fedeli del suburbano quartiere di Janni Malta, per non sentirsi privati dall’esercizio di tutte le funzioni religiose cui erano fortemente legati, si assunsero volontariamente l’onere del mantenimento della Chiesa.

Non solo; verso l’anno 1883, la chiesa venne interamente restaurata a cura e spese di tutti i fedeli; mentre negli anni 1885 — 1886, venne decorata e adornata da diversi gruppi statuarii in terracotta colorata, dello scultore castelterminese Michele Caltagirone, inteso Quarantino, che fanno di questo piccolo tempio una bellissima galleria d’arte.

Nell’anno 1910, l’antica e nobile famiglia Petyx di Casteltermini, allora dimorante, specie nel periodo estivo, nella elegante e signorile palazzina ancora esistente, proprietaria di tutte le terre adiacenti alla Chiesa della Madonna delle Grazie, volle che la stessa venisse degnamente restaurata ed abbellita di un decoroso prospetto.

Su progetto redatto dall’Ing. Gioacchino Montesanti, venne restaurata parte della chiesa e l’intera sagrestia ed eseguito il prospetto tutto in conci, cioè in pietra squadrata e intagliata; un prospetto che arieggia lo stile dell’ordine Toscano, con le sue solide lesène, con i suoi cornicioni lineari e sagomati, con il suo armonioso campanile che si slancia sull’angolo destro della chiesa; la più grande delle due campane appese nelle loro celle campanarie, proviene dall’antichissima e ormai diruta chiesa «di la fabbrichedda» dedicata a San Bartolomeo.

I lavori d’intaglio delle basi, delle lesène, dei capitelli e di tutte le cornici, nonché la costruzione del prospetto, vennero eseguiti dai figli del Signor Chiappisi Alfonso, proveniente da Sciacca, autore di tutti gli intagli e le sculture della facciata della Madre Chiesa.

[…]

Fino al 1963 e per il periodo di oltre un trentennio, le cure della Chiesa furono affidate al suo Rettore Sac. Michelangelo Vasta che fu un assiduo geloso custode del piccolo sacro tempio, che curò con amore e attaccamento la buona conservazione delle sue opere e dei suoi arredi sacri e gestì con apprezzabile impegno le annuali funzioni liturgiche del Corpus Domini e della tradizionale festa dedicata alla Madonna delle Grazie .

Dopo la sua morte avvenuta in Casteltermini il 27.6.1963, la Chiesa è stata affidata alle cure del Sac. Mons. Bonanno, Parroco del Carmelo, che con la costante e fattiva collaborazione di un gruppo di fedeli abitanti nel quartiere, ha continuato lodevolmente l’opera della buona conservazione della piccola ma tanto bella e preziosa Chiesa della Madonna delle Grazie.

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